Abitare e conservare il patrimonio architettonico. Il caso del Convento di Cristo, 1979-2009.
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.1828-5961/2080Abstract
Abitare è rimanere in un luogo. È interagire con lo spazio, il paesaggio, la natura e gli uomini. Il risultato di quest’azione permane come un segno nel territorio ed è trasmessa alle generazioni future col passare del tempo. In questo modo a si afferma il concetto di patrimonio associato all’azione dell’abitare un luogo sia questo una casa, sia un convento, una città, un paesaggio costruito, etc. I luoghi del patrimonio sono il supporto fisico della memoria sociale, la quale è trasmessa nell’atto stesso del vivere umano. Così la memoria degli uomini è radicata nel modo in cui loro abitano i luoghi. Togliere ai luoghi questa caratteristica di vita, questa funzione dell’abitare, riduce drasticamente il senso del patrimonio ed il suo ruolo di monumento, di memoria vivente. Cercare di mantenere vivo il patrimonio, nelle sue diverse valenze, è il compito principale della società odierna rispetto al patrimonio costruito. Si può affermare che oggi conosciamo tutte le soluzioni tecniche per la conservazione dei monumenti. Non disponiamo tuttavia delle soluzioni sociali capaci di mantenerli viventi e attuanti nel nostro mondo contemporaneo. Il caso del Convento di Cristo diventa un paradigma di questa lotta per una nuova strategia di conservazione centrata sul vivere i luoghi, sull’abitare il patrimonio.Downloads
Come citare
Barbosa, A. (2010). Abitare e conservare il patrimonio architettonico. Il caso del Convento di Cristo, 1979-2009. DISEGNARECON, 3(6), 44–49. https://doi.org/10.6092/issn.1828-5961/2080
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