La videoproiezione architetturale
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.1828-5961/2566Parole chiave:
La videoproiezione architetturale, Video-arte, video-installazioni, realtà aumentata, warping, soft-edge,Abstract
Trasfigurare un edificio, seppure temporaneamente, comporta una serie di responsabilità: l'edificio non è semplicisticamente uno schermo su cui proiettare immagini, si trasforma invece nel luogo dove l'idea architettonica viene portata ad un livello inusuale di protagonismo, sottraendo provvisoriamente l'architettura dalla dipendenza dall'edificio.
La forma diventa strumento di astrazione, metafora, concetto. L'arte come trasformazione della realtà percettiva in trasgressive contraddizioni ottiche, fino all’evasione ed astrazione lega con filo diretto la videoproiezione architetturale all’estetica delle avanguardie artistiche del '900.
Come enunciato da Umberto Eco nella “teoria della menzogna” ogni forma richiama un contenuto interpretabile da parte del fruitore. Con la videoproiezione architetturale c'è la possibilità-necessità di finalizzare il mentire in senso critico costruttivo.
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