La cultura che verrà. La comunicazione visiva come strumento trasparente, per un libero accesso a risorse e saperi
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.1828-5961/2569Parole chiave:
Progetto di comunicazione visiva, artefatti comunicativi, nuovi linguaggi della tecnologia, nuove forme di socialità,Abstract
Oggi gli apparati tecnologico/comunicativi si garantiscono l’autosufficienza: la diffusione dei messaggi utilizza come “nodi” di propagazione noi stessi, gli utenti. Sono gli apparati che ci impiegano, non siamo noi ad utilizzarli.
La funzione progettuale, deve essere inserita in un contesto totalmente capovolto rispetto al passato: come progettisti dobbiamo favorire fondamentalmente il flusso di informazioni, del tutto eterodiretto.
Lasciar accadere è la parola d’ordine, senza alcuna intenzionalità “rappresentativa”. Il soggetto autoritario viene sostituito dalla terza persona, dall’impersonalità degli eventi che incedono, dalle molteplicità, dai soggetti collettivi.
L’autore oggi di un progetto è un non autore, un non soggetto, un “egli”.
Il progetto di comunicazione visiva deve confrontarsi oggi non solo con i nuovi linguaggi della tecnologia, ma soprattutto con quelli ben più complessi che i soggetti reali attivano sperimentando nuove forme di socialità, di aggregazione, di conflitto.
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