Dai musei di collezione ai musei di narrazione
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.1828-5961/2578Parole chiave:
Musei di narrazione, ambienti sensibili, patrimoni immateriali sensibili, tecnologie interattive, interfacce naturali,Abstract
Gli ambienti sensibili, sperimentati da Studio Azzurro in ambito artistico dal 1994, creano un dialogo aperto tra elementi fisici e dimensioni immateriali mediato dal dispositivo interattivo. Abbiamo potuto constatare come queste opere potessero amplificarsi anche in senso didattico e ben adattarsi ai percorsi tematici dei musei.
Il concetto d’ambiente sensibile, prolungato nel progetto di museo, è inteso come luogo di relazione tra componente virtuale e presenza fisica. E’ un habitat narrativo, dove la persona viene chiamata a un ruolo attivo e in cui si predilige una fruizione collettiva in modo che il racconto proceda per effetto di più decisioni e che accanto alla relazione uomo tecnologia rimanga, fortissima, anche quella tra uomo e uomo. I dispositivi interattivi sono interfacce naturali, che reagiscono senza l’uso di protesi tecnologiche, ma attraverso modalità comunicative tradizionali - il tatto, la voce, un gesto, etc.- così da creare una condizione di maggiore naturalezza. Il museo diviene sempre più un luogo dinamico non solamente destinato alla raccolta e all’esposizione, che segna il passaggio da un’idea di museo di collezione a quella di museo di narrazione.
[Il saggio è tratto dal libro Musei di Narrazione, edito da Silvana Editoriale nel 2011]
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